giovedì 15 maggio 2008

Pietro Russo

Prima di sapere chi fosse Pietro Russo volevo scrivere il solito post sulle comiche di questi giorni. Poi però ho pensato che la sua storia meritasse attenzione. E allora dopo aver cazzeggiato un po' ve la racconto.

Avrete sentito parlare del gesuita Josè Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana, che intervistato dal TG2 dice che
"si può credere in Dio e negli extraterrestri anche se della esistenza di extraterrestri finora non abbiamo nessuna prova."
A differenza di quella di Dio. (come ci ricorda D. Giovannini)

Oppure...vi sarete accorti che ormai Fassino applaude i discorsi di Berlusconi e viceversa o che il presidente della camera tende a tollerare il brusio dell'aula quando parla Di Pietro (sempre più convinto che votarlo sia stata la scelta migliore) perchè in fondo le sue parole sono inutili e anzi, disturbano l'armonia e il clima di collaborazione che si va instaurando giorno dopo giorno tra PD e PDL.
Clima di collaborazione che presuppone il silenzio da parte del centrosinistra (no, del centro e basta (no, del PD e basta)) sui temi sensibili al maggior esponente dello schieramento avverso, sui quali l'ex centrosinistra ha fondato gli ultimi 15 anni di politica non risolvendo neanche un conflitto, neanche quando ne aveva la facoltà, neanche a farlo apposta (incapaci o conniventi?)
Clima di collaborazione che presuppone inoltre il silenzio sul fatto che il presidente del Senato abbia fondato anni fa una società finanziaria in Sicilia con 4 persone di cui tre condannate (se pur negli anni a seguire) per mafia (e una di queste tre fondatrice di uno dei primi club di Forza Italia a Palermo).
Ora su questo argomento ci si potrebbe dilungare. Di solito si dice "e però al tempo della creazione della società i tre erano incensurati"...e vabbene, ma non è che tre persone diventano mafiose da un giorno all'altro e poi è abbastanza difficile comportarsi da mafiosi una sola volta nella vita ed essere beccati, processati e condannati solo per questa volta.
Comunque poi il nostro Schifani lascia la società.
Nel 92 tuttavia ne fonda un'altra. Questa volta il socio, viene rinviato a giudizio per usura ed estorsione.
A metà degli anni 90 viene infine assunto come consulente del comune di Villabate.
Il comune viene sciolto per infiltrazioni mafiose.
Ora sto Schifani è proprio così sfigato a cacciarsi sempre in situazioni così spiacevoli oppure ha un culo della madonna a non essere mai stato pizzicato con le mani sulla marmellata?
Dal 95 in poi è entrato in Forza Italia dove ha incontrato tanta brava gente e sembra che non abbia più conosciuto personaggi cattivi come quelli incontrati in gioventù.
Io non capisco il clima di collaborazione basato sulla menzogna. E non mi piace far finta di aver a che fare con un governo di gente pulita solo per senso delle istituzioni. La verità non si media. Chi impedisce di parlarne, è omertoso.
Sapevo che mi sarei dilungato. Ma non volevo.

Volevo invece parlare di Pietro Russo, imprenditore di Santa Maria Capua Vetere, a cui è stata bruciata la fabbrica di materassi con cui si procurava da vivere.
Questo signore è stato fondatore di un'associazione antiracket ed ha avuto un ruolo importante nell'arresto e nella condana di 9 personaggi legati al clan dei casalesi.
Da anni ha smesso di pagare il pizzo. Lui si è ribellato.
Ed ora gli hanno bruciato la fabbrica.
L'atteggiamento delle persone come Russo, è simile a quello titanico dell'uomo romantico che sfida i propri limiti, combattento per una causa da cui sa che ne uscirà perdente. E nonostante questo non si arrende perchè rischiare e provare a vivere (o anche morire per) una vita da ribelle (nel suo caso da uomo libero, in uno stato civile che tutela i suoi cittadini) ha tutt'altro sapore che arrendersi e rassegnarsi a una vita mediocre (o pagare il pizzo).
Gente come lui è rara.
Per quel che vale, esprimo solidarietà e ammirazione a quest'uomo, perchè per me parlarne e lodarlo è facile. Io non vivo in quelle zone, non rischio nulla e come aggravante, c'è che nella sua situazione, ho seri dubbi che riuscirei a trovare il coraggio di ribellarmi. Lui è quello che io vorrei essere e tuttavia credo mi adopererei per scappare da Caserta e cercare fortuna all'estero piuttosto che seguire il suo esempio.
Opzione sicuramente meno coraggiosa e più facile.
Tuttavia un gesto tale non contribuirebbe a migliorare la situazione degli abitanti del posto, ma anzi, li lascerebbe ancora più soli contro la camorra.
Ecco perchè il suo è un modello che ammiro.
Ora si trova a pagare le conseguenze del suo coraggioso atteggiamento.
La storia non lascia affatto indifferenti e sono contento di averla conosciuta; una volta tanto mi trovo a parlare di uomini con le palle e non di politici.
Buona fortuna Pietro Russo.
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