martedì 29 dicembre 2009

E non scoprire in punto di morte che non ero vissuto

Andai nei boschi
perchè volevo vivere con saggezza e in profondità
assaporare tutto il midollo della vita
sbaragliare quello che non era vita
e non scoprire in punto di morte
che non ero vissuto.

I went to the woods because I wished to live deliberately, to front only the essential facts of life, and see if I could not learn what it had to teach, and not, when I came to die, discover that I had not lived. I did not wish to live what was not life, living is so dear; nor did I wish to practise resignation, unless it was quite necessary. I wanted to live deep and suck out all the marrow of life, to live so sturdily and Spartan- like as to put to rout all that was not life, to cut a broad swath and shave close, to drive life into a corner, and reduce it to its lowest terms, and, if it proved to be mean, why then to get the whole and genuine meanness of it, and publish its meanness to the world; or if it were sublime, to know it by experience, and be able to give a true account of it in my next excursion. For most men, it appears to me, are in a strange uncertainty about it, whether it is of the devil or of God, and have somewhat hastily concluded that it is the chief end of man here to "glorify God and enjoy him forever."

Henry David Thoreau, Walden

Questa poesia viene citata in quel film meraviglioso che è "L'attimo fuggente". Io la scoprii casualmente un anno fa, perchè l'Alexander Supertramp di "Into the wild", in una scena del film, cita l'autore.
Ogni volta che la leggo sento che vuole dirmi qualcosa che ancora non riesco a capire a fondo. Non mi fa mai sentire in colpa, al massimo mi ricorda che il tempo passa e che ho ventitre anni ora e non li avrò più tra sette anni. Che davvero non vorrei scoprire in punto di morte di non essere vissuto.

T

lunedì 28 dicembre 2009

In ordine cronologico







Ciao Ciao

giovedì 24 dicembre 2009

Tasse.

Ricordo bene un giorno in cui il professore di filosofia, discutendo di attualità, si soffermò a riflettere su chi in quel periodo faceva campagna elettorale promettendo la riduzione delle tasse (o meglio delle imposte). "Non metteremo le mani in tasca agli italiani" tuonavano gli slogan di allora. A pochi giorni dall'approvazione della manovra finanziaria, ho risentito alcune di quelle frasi nelle interviste riportate dai giornali. E se da allora chi pronuncia questi slogan è sempre lo stesso gruppo di persone, vuol dire che, in fondo, agli italiani proprio non va giù l'idea di pagare le tasse. Ma torniamo al caro professore. La sua opinione al riguardo sembrò agli alunni tutti, compreso lo scriba, leggermente strampalata, come quelle belle idee che sembrano essere uscite dalla mente di un folle a cui poi la storia ha dato, nelle giuste proporzioni, ragione. In sostanza il professore sosteneva che ogni cittadino, in qualità di organo costituente della società, dovrebbe essere felice e onorato di pagare le tasse. Molte persone avrebbero riso in faccia ad un personaggio del genere, ma lo scriba conosceva già l'alto profilo morale del suo interlocutore e accolse quell'affermazione come una provocazione. Eppure dopo alcuni anni di riflessione, sono giunto a capire che in fondo non era una affermazione provocatoria. Il professore mi aveva sbattuto in faccia quanto di più alto l'uomo fosse riuscito a costruire (almeno nel mondo delle idee). Oggi ci vantiamo di essere il primo mondo, di essere più evoluti. Abbiamo conquistato la democrazia e la amiamo a tal punto da ritenerla un bene da "regalare a qualsiasi costo". Eppure, in fondo le modalità governative possono essere tante: democrazia presidenziale, democrazia parlamentare, monarchia, dittatura. Sono tutte modalità in cui la maggioranza della popolazione impone una metodologia decisionale, compresa la dittatura. Se possiamo dirci più evoluti (e vedrete che in effetti non lo siamo affatto) è perchè, prima di parlare di democrazia, l'occidente si è dotato di un'idea fondamentale: la società. Fare parte di una società civile non vuol dire stare dentro ad un confine geografico o parlare la stessa lingua o mangiare la stessa pietanza di alcuni altri milioni di persone. Significa mettere insieme i propri sforzi per costruire un organo in cui tutte le individualità possano emergere in maniera coerente e costruttiva; in cui il bene comune, la cosa pubblica, sono la base su cui costruire le proprie aspettative di vita. Non sono parole astratte. Quando un cittadino paga una imposta altro non fa che mettere a disposizione parte del proprio sudore quotidiano al servizio della società, al servizio di tutti. Ci si potrebbe chiedere dove sta la grandezza di questo tipo di organizzazione. In una società, la collettività si impegna a garantire il benessere ad ogni suo componente. In uno schema di questo tipo, ogni forma di individualismo perde di senso. Il mio amico platonico D.F. Wallace direbbe che nessuno è nella catena alimentare dell'altro. Ecco perchè il mio prof. era così felice di pagare le tasse. Aveva in mente un'idea di società completamente diversa. Era riuscito a trasporre su un piano etico sociale quanto Cristo aveva affermato per la sfera individuale. E' riuscito a elevare, in un certo senso, il messaggio di Cristo.
Un altro giorno il professore entrò in aula e disse che se fra cinquanta o sessanta anni ci fossimo dimenticati di tutta la filosofia studiata, avremmo dovuto ricordare la celebre frase di Sant'Agostino: "Noli foras ire, inte ipsum redi, in interiore homine habitat veritas." Ebbene, spero stasera di dimenticare la frase di Sant'Agostino e di ricordarmi fra cinquant'anni della sua provocazione.

L'italia agli Italiani, fuori gli Ebrei e gli Africani. Sottobosco del partito dell'amore

Per far si che si riescano a concepire argomentazioni come quelle che sentirete nel video, si devono riuscire ad amalgamare bene ignoranza e repressione dei pochi neuroni funzionanti.
Che poi sono i due ingredienti da cui nasce il razzismo.
Inoltre si deve riuscire ad interpretare in modo abbastanza elastico il termine Libertà.



Ad un certo punto del filmato, una persona, rivolta ad un ragazzo marocchino, dice:
"Perchè noi dovremmo essere tolleranti con voi quando nei vostri paesi non succede la stessa cosa con noi?".
La risposta più semplice è perchè noi ci vantiamo di essere una democrazia occidentale, il che non si vede dal fatto che abbiamo il digitale terreste ed il telefonino che fa le foto, ma dal fatto di essere riusciti a conquistare una Costituzione e dei diritti figli di trecento anni di storia partita dall'Illuminismo.

La nostra civiltà non è più evoluta della loro perchè noi siamo cristiani e loro sono musulmani. La nostra civiltà è, solo sulla carta, più evoluta della loro perchè noi abbiamo una Costituzione che riconosce uguale trattamento a tutte le religioni e ai loro fedeli.*


*Anche se poi ci scandalizziamo se il tribunale dei diritti dell'uomo ci chiede di togliere il crecefisso dalla scuole pubbliche. Ma questo fa sempre parte dell'interpretazione elastica dei termini, in questo caso di uguaglianza.
T

sabato 12 dicembre 2009

Spatuzza Graviano e Minzolini

Avrete di certo sentito parlare dell'intervento di Minzolini di ieri sera. Purtroppo da quando i miei hanno ricomprato il televisore, la sera, a cena, si vede il TG1 e quindi mi sono trovato a sentire questa bella predica piena di stronzate.

Una settimana fa ha parlato Spatuzza e sappiamo tutti quel che ha detto.
Ieri hanno parlato i due fratelli Graviano, capi di Spatuzza, ed hanno smentito tutto.
Ad essere precisi, uno ha smentito, l'altro non ha risposto.

Spatuzza è un pluriomicida e stragista come dice Minzolini.
I Graviano sono i suoi mandanti.
Spatuzza è pentito.
I Graviano no.

Nell'intervento si delegittima la deposizione di Spatuzza perchè è fatta da un "pluriomicida e stragista".
Si accoglie invece con sollievo la deposizione del fratello Graviano che ha parlato, come se finalmente avesse ristabilito la verità.
La domanda che sorge spontanea è perchè mai ci si dovrebbe fidare delle parole di un Graviano, mandante di quegli omicidi e di quelle stragi, piuttosto che delle parole dell'esecutore materiale di quei delitti?
Il compito di valutare il contenuto di verità in quelle storie che i due hanno raccontato spetta ai giudici.
Il processo serve a questo. Il processo si fa per accertare la verità.
Resta il fatto che in un paese normale, un primo ministro su cui gravano quei sospetti (sospetti, nessuno ha sostenuto che Spatuzza sia il Vangelo), si dimette. Quando poi verrà assolto, riprenderà il suo posto.

Ricordiamo che Olmert, primo ministro israeliano, due anni fa si è dimesso perchè sospettato di aver ricevuto finanziamenti illeciti per la sua campagna elettorale.
Olmert si è dimesso.
E nessuno lo additava come colpevole. Si è dimesso per difendersi meglio.
In Italia invece, ci si candida per non farsi processare.

Tornando al processo di Dell'Utri di cui stavamo parlando, se uno si deve proprio sbilanciare, e non deve, allora, visto che Spatuzza è pentito e Graviano no, viene da fidarsi un po' più delle parole di Spatuzza.
Di certo non si capisce per quale diavolo di motivo Minzolini prende le parole del secondo come verità calata dal cielo, visto che in realtà quelle parole sono uscite dalla bocca di mafioso pluriomicida e stragista come il primo.
O forse chi commissiona una strage è meno mafioso di che la esegue materialmente? Non lo so, forse tra qualche mese qualcuno riuscirà a sostenere anche questa tesi, non ne sarei troppo sorpreso.

Inoltre, tanto per restare in tema di stronzate, la vicenda di Andreotti è un po' più complicata di quanto non voglia far sembrare l'astuto Minzolini.
E' così complicata che non la conosce nessuno e la storia che ci hanno raccontato è che Andreotti è stato assolto dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Ma questo non è vero.
La sentenza definitiva ha distinto il giudizio tra i fatti avvenuti prima del 1980 e quelli avvenuti dopo.
Se per i secondi Andreotti è stato assolto, per i primi è stato prescritto, non assolto. La sentenza stabilì che Andreotti aveva «commesso» il «reato di partecipazione all'associazione per delinquere» (Cosa Nostra), «concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980», reato però «estinto per prescrizione».

Io non ne so molto di più, e infatti non mi pronuncio su Andreotti. Resta il fatto che la sentenza dice questo e non la fa troppo semplice.
Poi capisco è comodo, tra i berluscones, confondere la parola prescrizione con assoluzione.

Il TG1 ha dieci milioni di spettatori ogni sera. Tra questi dieci milioni, una buona parte manca di coscienza critica non per colpa sua, o forse anche per colpa sua.
Questo è il modo in cui si manipola l'opinione della gente.
Hai voglia a scrivere sui giornali o farti un blog. Tutte stronzate.

T