giovedì 18 dicembre 2008

Rua dos Duradores

Questo blog si sta esaurendo, dilatando, deprimendo, derivando, isolando, derubando delle sue domande. Affermiamo cose. Ma crediamo fermamente nelle parole? Crediamo alla parola o alla sua sostanza? al suo essere nella realtà? in rapporto con la realtà? la realtà? Spesso mi perdo in vagheggiamenti astrusi, la fisica è uno di questi; ma poi mi domando se la mia vita coincida con essi, se sia sostanzialmente fondata su essi e ne tragga il vero corpo. E molto più spesso, ritrovo nel cattivo odore degli autobus, nella malinconica fatica della sveglia alle 5.30, un abitat naturale senza il quale io non sarei io.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho scritto io. Così sapete a chi dare la colpa.

Anonimo ha detto...

Bel pensiero.
Come pure la riflessione sulla parola.

Anonimo ha detto...

Tanti auguri!
Biella!

Anonimo ha detto...

http://it.movies.yahoo.com/06012009/8/cinema-cannavaro-gomorra-non-giova-immagine-dell-italia.html

Anonimo ha detto...

http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/medio-oriente-46/strage-casa/strage-casa.html

Il problema di dire "un rumeno ha travolto ubriaco 4 persone" in Italia non esiste.
Non è solo il linguaggio dell'uomo della strada, è il linguaggio usato da molti giornalisti.
Si rischia invece di esser tacciati di antisemitismo se si prova a chiamare i criminali questi criminali.
Criminali.

Anonimo ha detto...

Criminali. Questa parola è stata messa in giro da alemanno in questi giorni. "alla sapienza ci sono 300 criminali che andrebbero isolati" o qualcosa del genere. Nessuno gli si è scagliato contro. Chi lo ha fatto non lo ha contestato per l'uso improprio del termine ma lo ha additato accusandolo di altri problemi. In questo periodo sto facendo attenzione alle perole che i giornali e i media in generale usano. Inutile dirvi che si è arrivati al parossismo della comunicazione. Criminale è un termine che indica una persona che ha commesso un reato. Nessuno si è preoccupato di rimproverare alemmanno per l'uso improprio del termine (visto che queste 300 persone non hanno commesso nessun crimine). Forse bisogna ritrovare un'etica del linguaggio. I contenuti di un messaggio sono racchiusi nelle parole. Se queste sono fuorvianti il messaggio è perso. strano che il post che ho scritto poco tempo fa ha qualcosa a che fare con tutto ciò, pur prendendo spunto da una esperienza completamente diversa.

Anonimo ha detto...

Per chi non conoscesse i fatti,

http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/morucci-in-cattedra/alemanno-sapienza-ostaggio/alemanno-sapienza-ostaggio.html

Una volta lessi che spesso equivocare il significato di una parola porta ad una lite.
E non solo, questo è uno dei motivi più frequenti per cui hanno luogo le liti.

Anonimo ha detto...

http://www.historiamagistra.it/index.php

E a proposito di parole, che senso ha distinguere tra i morti palestinesi quelli CIVILI se la Palestina non ha un esercito regolare?
I non civili chi sono? Tutti i maschi dai 15 ai 60?

Anonimo ha detto...

"E’ indubbiamente cambiata, però, anche la Chiesa. Essa sembra spesso aver rinnegato o almeno
dimenticato il cattolicesimo democratico non tanto come corrente storica, ma come cultura politica,
come stile conciliare nei rapporti fra comunità politica e Chiesa. Si pronuncia frequentemente su
dettagli della legislazione corrente, precludendo ogni partecipazione responsabile dei laici cristiani.
Incoraggia i mostricciattoli pseudo-democristiani perdenti, ma poi tratta direttamente anche coi capi
dei partiti vincenti, meglio se atei e inclini a trattative pratiche e fruttuose. In queste trattative, oltre ai
soldi per le proprie istituzioni, è comparso nelle ultime due legislature anche un pacchetto di
“candidati cattolici” cui garantire l’elezione. Intendiamoci: sono persone in gamba, credenti che
hanno il mio rispetto, la mia simpatia e la mia stima (li incontro in Parlamento tutti i giorni). Però
sono totalmente estranei alla storia del cattolicesimo democratico: Dossetti, De Gasperi o Moro sono
altrettanto noti e vicini al loro cuore di Stuart Mill, Gramsci o Machiavelli. Non li accomuna un
progetto politico, ma un legame fiduciario coi vescovi, come nel patto Gentiloni di cent’anni fa."

Bachelet

Questo stralcio fa parte di un discorso più lungo che mi è sembrato molto intelligente. Lo trovate sul sito del professore, ma per comodità lo linko qui.

http://www.giovannibachelet.it/pag1vekkia/Gorizia171008.pdf

ciao ciao