Quella che segue è una triste collezione di articoli apparsi su Repubblica negli ultimi due mesi, in cui si racconta di abusi sessuali commessi in istituti religiosi di Germania, Olanda e Irlanda negli anni passati.
Fatti da accertare che se fossero veri sarebbero di una gravità enorme non solo per la violenza commessa, ma anche per l'omertà che li ha coperti per tutti questi anni.
Omertà mafiosa.
- Prete trasferito a Monaco
- Coro di Ratisbona
- Istituto cattolico a Berlino
- Irlanda
- Olanda
Praticare il celibato è una scelta di vita, infelice a mio avviso, ma che va rispettata.
Ciò che è incomprensibile invece è l'ossessione per il sesso. Essa si manifesta nella campagna contro il preservativo in generale ed in Africa in particolare, le scomuniche per i medici che prescrivono la Ru486 o addirittura la pillola del giorno dopo, la discriminazione delle coppie omosessuali.
Questi argomenti sono intollerabili a prescindere, perchè vorrebbero vincolare tutti ad un sistema di valori in cui non tutti si riconoscono. Ma lo diventano ancora di più se dietro chi li difende c'è l'ipocrisia e la repressione di una parte del loro essere uomini. Repressione che poi, come sembra, può portare a fatti tragici.
Non tutti i difensori di questi argomenti sono pedofili, ovviamente. Ma tutti sono, a mio avviso, ipocriti.
Il loro atteggiamento è quello di chi è invidioso perchè non gli è concesso di assaggiare il frutto di un albero del giardino ed indottrina il prossimo facendogli credere che il frutto sia malato, cattivo, diabolico.
Frutto che se ogni tanto assaggiassero, li renderebbe meno affamati, più rilassati, e forse direbbero anche meno cazzate. Inoltre, potrebbe forse far diminuire l'ossessione per il sesso ed evitare di sfogare le pulsioni represse sui ragazzi.
Il fatto che non gli sia concesso di mangiarlo non è per forza qualcosa di imposto da forze superiori. Spesso siamo noi stessi ad infliggerci un castigo, per ragioni più o meno varie, che molto hanno a che fare con l'educazione ricevuta e l'ambiente in cui siamo cresciuti.
L'ultimo link si riferisce ad un probabile fattore responsabile di questi tristi avvenimenti, secondo l'opinione del cardinale di Vienna.
Lombardi ha provato a replicare alle accuse osservando che la pedofilia non è un fenomeno che riguarda soltanto la Chiesa. Ma che arguto osservatore. Non mi va di entrare nel merito della questione, ma mi limito a rilevare che questo modo di scrollarsi di dosso le accuse mette i brividi perchè ricorda quello dei fascisti che tentano di sminuire i campi di concentramento con le Foibe, o i gulag.
T
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venerdì 12 marzo 2010
martedì 11 agosto 2009
Relativismo
"sembra che il bene e il male dipendano dall'opinione pubblica, cioè da ciò che gli altri, rappresentati come maggioranza, pensano sui valori. Come se ciò che è morale e immorale dipendesse, in fondo, dai numeri"
Cardinal Bagnasco
Bagnasco sembra aver pronunciato questa frase, almeno così riporta
Repubblica .
E deve averle pronunciate pure con qualche riferimento velato al Sire.
Provate a riflettere sulla frase.
Io non ci ho pensato molto.
Ma mi sono venuti in mente alcuni esempi che sembrerebbero testimoniare il contrario di quanto afferma quella frase.
-In alcune civiltà antiche erano praticati sacrifici umani.
Oggi noi vediamo l'uccisione di un uomo come il reato più grave che si possa commettere.
-Fino a prima della rivoluzione francese o, più in generale fino alla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'ONU, era largamente condiviso l'utilizzo di schiavi.
Oggi è abbastanza condiviso invece il principio secondo cui tutti gli individui nascono con gli stessi diritti e non uno può essere reso schiavo dall'altro.
-Fino a pochissimi decenni fa, la donna non aveva affatto gli stessi diritti dell'uomo. Lo stato italiano non tutelava i due sessi allo stesso modo, almeno fino alla riforma del diritto di famiglia del 1975. Cito da Wiki:
"Il diritto di famiglia codificato nel 1942 concepiva una famiglia fondata sulla subordinazione della moglie al marito, sia nei rapporti personali sia in quelli patrimoniali, sia nelle relazioni di coppia sia nei riguardi dei figli; e fondata sulla discriminazione dei figli nati fuori dal matrimonio (figlio naturale), che ricevevano un trattamento giuridico deteriore rispetto ai figli legittimi.".
Oggi, tutto questo appare come preistoria.
Perchè prima di tutte queste conquiste, che ora sembrano scontate, semplimente non c'erano?
Secondo me (e questa è una conclusione del tutto discutibile) perchè la maggior parte della gente riteneva opportuno lo stato delle cose.
Quindi ciò che è morale o immorale dipende eccome dai numeri.
Noi viviamo in una società in cui la maggior parte della gente pensa sia sbagliato andare in giro nudi.
Magari nel bel mezzo dell'Autralia, tra un aborigeno e l'altro, ci si troverebbe in una società in cui questo tabù non esiste, cioè la maggior parte della gente ritiene inoffensivo andare in giro nudi. Ergo, non saremmo visti come immorali se andassimo in giro nudi.
Bagnasco invece crede che esista un bene supremo. Lui crede che ci siano delle cose, delle azioni, degli atteggiamenti che siano indiscutibilmente belle, corrette e morali ed altre che invece siano brutte, scorrette ed immorali.
Questo "indiscutibilmente" provoca per forza tensioni.
Perchè ciò che lui ritiene morale e corretto può entrare, ed entra, in collisione con ciò che ritiene corretto un'altra persona, per esempio io.
Ci sono mille esempi in cui questo è accaduto in passato, basta dare un'occhiata veloce agli ultimi post.
Allora, chi ha il diritto di affermare che la sua morale è più alta dell'altra?
In base a cosa poi?
Dunque, affinchè non si creino guerre, basterebbe non sopraffare gli altri con la propria morale.
E far si che ciò che sia morale o immorale venga stabilito proprio con i numeri, con il dialogo col prossimo.
Per me è ovvio che tutti gli individui nascano con gli stessi diritti. Ma per arrivare a questa conquista ci sono stati uomini che hanno scritto libri, altri che hanno fatto politica, altri ancora che hanno combattuto.
Questi ultimi forse erano un po' esasperati dal dialogo con i sordi.
Ma al di la della forma con cui si cerca di convincere il prossimo della ragionevolezza delle proprie tesi, è così e solo così che si è affermato ciò che è morale, giusto e bello.
Poi a posteriori è quasi ovvio dire "ma è banale!"
E' intuirlo a priori che è difficile.
E infatti uomini come Martin Luther King e Gandhi passano alla storia.
Non sto sostendo che Martin Luther King si batteva per qualcosa di giusto a priori.
Sto dicendo che lui si è battuto per qualcosa che poi ha avuto la forza di affermarsi.
Che io ritengo giusta la sua lotta è un accidente in questo discorso, o forse no, visto che io, essendo un uomo del mio tempo, vivo in una società che considera neri e bianchi uguali (più o meno).
Ora io ritengo giusto che i gay vengano tutelati come le coppie etero.
Questo non avviene.
Molta gente pensa che questo non sia giusto.
Io nel mio piccolo mi batto, a parole e senza schiaffi, affinchè a loro vengano riconosciuti gli stessi diritti degli altri.
Non perchè questo sia giusto a priori, ma perchè io lo ritengo giusto.
Quando ho chiesto a mia zia perchè non si fosse separata (per fatti suoi avvenuti prima del 75) mi ha risposto che se lo avesse fatto si sarebbe ritrovata in mezzo alla strada.
A me sembrava impossibile che a lei non fosse riconosciuta alcuna tutela.
Allo stesso modo, fra 50 anni, molta gente si guarderà indietro e dirà "ma possibile che nel 2009 i gay non avevano alcuna tutela in Italia?"
Il bene immutabile della chiesa di oggi non comprende questi diritti.
Se fra cinquant'anni muterà anche il codice morale della chiesa, vuol dire che non è immutabile manco per niente.
In passato ciò è già successo.
Il bene immutabile è già mutato.
Oggi difende la vita come bene più prezioso. Fino a qualche secolo fa ha mandato a morte i condannati del suo stato.
E' mutato questo benedetto codice morale?
Con quale autorità continua ad ergersi paladina della giustizia e dei costumi?
T
Cardinal Bagnasco
Bagnasco sembra aver pronunciato questa frase, almeno così riporta
Repubblica .
E deve averle pronunciate pure con qualche riferimento velato al Sire.
Provate a riflettere sulla frase.
Io non ci ho pensato molto.
Ma mi sono venuti in mente alcuni esempi che sembrerebbero testimoniare il contrario di quanto afferma quella frase.
-In alcune civiltà antiche erano praticati sacrifici umani.
Oggi noi vediamo l'uccisione di un uomo come il reato più grave che si possa commettere.
-Fino a prima della rivoluzione francese o, più in generale fino alla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'ONU, era largamente condiviso l'utilizzo di schiavi.
Oggi è abbastanza condiviso invece il principio secondo cui tutti gli individui nascono con gli stessi diritti e non uno può essere reso schiavo dall'altro.
-Fino a pochissimi decenni fa, la donna non aveva affatto gli stessi diritti dell'uomo. Lo stato italiano non tutelava i due sessi allo stesso modo, almeno fino alla riforma del diritto di famiglia del 1975. Cito da Wiki:
"Il diritto di famiglia codificato nel 1942 concepiva una famiglia fondata sulla subordinazione della moglie al marito, sia nei rapporti personali sia in quelli patrimoniali, sia nelle relazioni di coppia sia nei riguardi dei figli; e fondata sulla discriminazione dei figli nati fuori dal matrimonio (figlio naturale), che ricevevano un trattamento giuridico deteriore rispetto ai figli legittimi.".
Oggi, tutto questo appare come preistoria.
Perchè prima di tutte queste conquiste, che ora sembrano scontate, semplimente non c'erano?
Secondo me (e questa è una conclusione del tutto discutibile) perchè la maggior parte della gente riteneva opportuno lo stato delle cose.
Quindi ciò che è morale o immorale dipende eccome dai numeri.
Noi viviamo in una società in cui la maggior parte della gente pensa sia sbagliato andare in giro nudi.
Magari nel bel mezzo dell'Autralia, tra un aborigeno e l'altro, ci si troverebbe in una società in cui questo tabù non esiste, cioè la maggior parte della gente ritiene inoffensivo andare in giro nudi. Ergo, non saremmo visti come immorali se andassimo in giro nudi.
Bagnasco invece crede che esista un bene supremo. Lui crede che ci siano delle cose, delle azioni, degli atteggiamenti che siano indiscutibilmente belle, corrette e morali ed altre che invece siano brutte, scorrette ed immorali.
Questo "indiscutibilmente" provoca per forza tensioni.
Perchè ciò che lui ritiene morale e corretto può entrare, ed entra, in collisione con ciò che ritiene corretto un'altra persona, per esempio io.
Ci sono mille esempi in cui questo è accaduto in passato, basta dare un'occhiata veloce agli ultimi post.
Allora, chi ha il diritto di affermare che la sua morale è più alta dell'altra?
In base a cosa poi?
Dunque, affinchè non si creino guerre, basterebbe non sopraffare gli altri con la propria morale.
E far si che ciò che sia morale o immorale venga stabilito proprio con i numeri, con il dialogo col prossimo.
Per me è ovvio che tutti gli individui nascano con gli stessi diritti. Ma per arrivare a questa conquista ci sono stati uomini che hanno scritto libri, altri che hanno fatto politica, altri ancora che hanno combattuto.
Questi ultimi forse erano un po' esasperati dal dialogo con i sordi.
Ma al di la della forma con cui si cerca di convincere il prossimo della ragionevolezza delle proprie tesi, è così e solo così che si è affermato ciò che è morale, giusto e bello.
Poi a posteriori è quasi ovvio dire "ma è banale!"
E' intuirlo a priori che è difficile.
E infatti uomini come Martin Luther King e Gandhi passano alla storia.
Non sto sostendo che Martin Luther King si batteva per qualcosa di giusto a priori.
Sto dicendo che lui si è battuto per qualcosa che poi ha avuto la forza di affermarsi.
Che io ritengo giusta la sua lotta è un accidente in questo discorso, o forse no, visto che io, essendo un uomo del mio tempo, vivo in una società che considera neri e bianchi uguali (più o meno).
Ora io ritengo giusto che i gay vengano tutelati come le coppie etero.
Questo non avviene.
Molta gente pensa che questo non sia giusto.
Io nel mio piccolo mi batto, a parole e senza schiaffi, affinchè a loro vengano riconosciuti gli stessi diritti degli altri.
Non perchè questo sia giusto a priori, ma perchè io lo ritengo giusto.
Quando ho chiesto a mia zia perchè non si fosse separata (per fatti suoi avvenuti prima del 75) mi ha risposto che se lo avesse fatto si sarebbe ritrovata in mezzo alla strada.
A me sembrava impossibile che a lei non fosse riconosciuta alcuna tutela.
Allo stesso modo, fra 50 anni, molta gente si guarderà indietro e dirà "ma possibile che nel 2009 i gay non avevano alcuna tutela in Italia?"
Il bene immutabile della chiesa di oggi non comprende questi diritti.
Se fra cinquant'anni muterà anche il codice morale della chiesa, vuol dire che non è immutabile manco per niente.
In passato ciò è già successo.
Il bene immutabile è già mutato.
Oggi difende la vita come bene più prezioso. Fino a qualche secolo fa ha mandato a morte i condannati del suo stato.
E' mutato questo benedetto codice morale?
Con quale autorità continua ad ergersi paladina della giustizia e dei costumi?
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